Il mondo delle cover è così ampio che non si finisce mai di scoprirne di nuove.
Ci sono tante canzoni che credevamo appartenessero ad un determinato artista, ma che invece originariamente nascevano dalla vena artistica di qualcun altro.
E oggi, vogliamo provare a stupirvi. Conoscevate questa cover?
Natalie Imbruglia era una popstar australiana che negli anni ’90 ha cavalcato l’ onda del successo con “Torn”.
Siamo sicuri, però, che fosse la sua? Ascoltate un po’…
Ebbene si: l’originale del 1995 fu di questa band al femminile, chiamata “Ednaswap”, che non riuscì ad emergere nel mondo della musica.
“Tu sei dentro di me, come l’alta marea…”: credo conoscerete un po’ tutti la canzone che ha fatto sognare migliaia di giovani innamorati, targata Antonello Venditti.
Credo, però, di dovervi arrecare un dispiacere…
Sono i “Crowded House”, anche loro australiani e che hanno fatto impazzire le classifiche con la loro “alta marea” originale d’ oltreoceano, nel 1986.
Anni ’60: Aretha Franklin con “Respect” propone un brano immortale, che ancora oggi con l’ adrenalina che trasmette, viene ascoltata più e più volte.
Ma…l’ originale nasce ben prima…e da una voce maschile!
Si, Otis Redding. Avete letto bene. Nel ’65, due anni prima della Franklin, una delle voci più amate di quegli anni fa il boom con questo pezzo.
Soul, black e hip-hop insieme. Parliamo di “Killing me softly” dei Fugees, una ballad romantica e struggente allo stesso tempo che ha segnato l’anno 1996.
24 anni prima, però…
ecco Roberta Flack, cantante soul e proprietaria del pezzo originale che nel ’72 ottenne si un buon successo, ma non come appunto la cover che fu prima per diversi mesi in ben 19 classifiche sparse in tutti gli angoli del mondo ed imposta come l’emblema inconfondibile del suo genere musicale.
Insomma, il mondo delle cover è molto ampio e non basterebbero giorni o forse mesi, per scavare nel passato e sorprenderci ogni giorno di più.
E voi, di quelle appena ascoltate, cosa ne pensate?
Ogni suggerimento è lecito qui sotto, nei commenti.
